- di Nejra Kravić, Bernardo Álvarez-Villar e Natalie Donback
È necessario aprire nuove miniere per sostenere la transizione energetica dell’Europa? Con questa domanda abbiamo iniziato il nostro viaggio nel mutevole panorama energetico dell’area mediterranea. Mentre la transizione verso le energie rinnovabili e le auto elettriche dovrebbe ridurre l’impatto ambientale delle economie locali, ci siamo chiesti se i benefici dell’elettrificazione dei trasporti siano effettivamente superiori ai danni causati dall’estrazione del litio, un minerale fondamentale per le batterie delle auto elettriche. Nel fare questa difficile valutazione, abbiamo voluto capire chi andrà a rimetterci in questa spinta dell’Unione europea verso l’energia “pulita”.
Il nostro reportage ci ha portato nelle province spagnole di Cáceres e Salamanca, vicine al confine con il Portogallo, nell’estremo ovest dell’Europa, e a Lopare, in Bosnia-Erzegovina, nella parte orientale del continente, dove abbiamo raccolto le preoccupazioni di molti, dai funzionari locali ai camionisti. Abbiamo voluto parlare con le comunità interessate da tre progetti di estrazione del litio, al momento in discussione a livello europeo, per capire se vedono questa prospettiva come una maledizione o una benedizione in grado di portare opportunità economiche e occupazionali comunque necessarie.
Oltre a esaminare i potenziali impatti sociali e ambientali sui territori e sulle comunità interessate dai progetti minerari, abbiamo voluto concentrarci su una dinamica trasversale: la dinamica centro-periferia. Mentre il centro di un paese o di un continente spesso rivendica per sé le attività economiche di alto valore, le materie prime essenziali vengono estratte in regioni periferiche costrette a uno sfruttamento che danneggia l’ambiente e settori economici tradizionali come il turismo e l’agricoltura.


Il centro storico di Cáceres, a sinistra, oltre a essere una popolare destinazione turistica, è patrimonio mondiale dell’Unesco. A Cañaveral, a destra, un progetto di estrazione del litio è stato selezionato come strategico nell’ambito della normativa europea sulle materie prime critiche (Natalie Donback).
In Bosnia, ad esempio, i residenti hanno espresso la preoccupazione che una miniera di litio proposta possa danneggiare l’agricoltura, l’apicoltura e la produzione di latte, settori fondamentali per l’economia e lo stile di vita della regione.
Mentre raccoglievamo le storie di attivisti, funzionari e agricoltori è dunque emersa una riflessione più ampia: come possiamo realizzare la transizione energetica senza che ci siano comunità costrette a pagare gli inevitabili costi ambientali dell’estrazione? Il calcolo costi-benefici e il conflitto di interessi tra comunità e territori diversi sono dilemmi che tutte le società si trovano sempre più ad affrontare quando si tratta di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Forse la grande domanda con cui le politiche climatiche devono fare i conti è proprio: come ripartire equamente gli oneri necessari per la transizione verde?

Mentre conducevamo interviste e concludevamo i nostri reportage sul campo, ci è apparso chiaro che le nostre storie erano profondamente interconnesse. Le comunità in questione sono in gran parte trattate come un elemento secondario nelle più ampie discussioni politiche europee. Queste comunità condividono un profondo senso di frustrazione, poiché non si sentono ascoltate dai politici di Bruxelles e viene preclusa loro la possibilità di scegliere il proprio futuro modello economico.
Nel corso di questi mesi, ci siamo resi conto di quanto l’estrazione mineraria sia una questione divisiva, ma anche complessa e sfaccettata. Cercare di ottenere un quadro ampio - e per quanto possibile oggettivo - di ciò che l’estrazione del litio significherebbe per le diverse comunità richiede un’attenta e rigorosa verifica dei possibili impatti di questi progetti.
Nell'immagine in apertura, gli abitanti della regione di Rebollar partecipano a un incontro informativo sui progetti di estrazione del litio nel centro culturale di Ciudad Rodrigo, a Salamanca, Spagna (Bernardo Álvarez-Villar).
Nota di redazione: questo articolo conclude la serie “Una transizione estrattiva” e offre un’anteprima della rivista che abbiamo in mente. La serie è stata realizzata nell’ambito della prima edizione della Scuola magmatica di giornalismo ambientale.