• di Sarah Collins

ATENE, Grecia - Quando Marios Fournaris viene a prendermi fuori dal mio hotel in una luminosa giornata di gennaio, trasporta un riccio ferito in una scatola di cartone. In sella alla sua moto, attraversiamo l'isola greca di Paros fino all'Aegean Wildlife Hospital (il rifugio per animali selvatici dell’Egeo) conosciuto anche come Alkyoni. Dato che sono inglese, Fournaris ha portato con sé alcune bustine di tè, così da potermene offrire una tazza al nostro arrivo. Opto per l'Earl Grey e lo sorseggio mentre osserviamo le voliere che ha costruito con cura per riabilitare gli uccelli feriti.

Fournaris, che è anche orologiaio e allenatore sportivo, si prende cura della fauna selvatica come volontario da quasi quarant'anni. Da quando ha fondato l'Aegean Wildlife Hospital nel 1995, il centro ha riabilitato più di 17mila animali selvatici, per lo più uccelli. Mentre mi fa da guida, mi indica alcune specie tra quelle ritenute in pericolo. Tra queste ci sono: un falco della regina di medie dimensioni, di cui rimangono al mondo solo circa 2mila coppie che ancora nidificano, e un gabbiano corso che, sebbene a me sembri molto simile a un gabbiano comune, è in realtà una specie minacciata a livello globale e in pericolo in Grecia.

Le Cicladi sono un punto di sosta importante per molti uccelli che migrano tra l'Africa e l'Europa, comprese specie rare come l'aquila imperiale. Ogni anno, milioni di uccelli migratori sorvolano queste isole, che in primavera e in estate diventano destinazioni turistiche gettonatissime (avrete sentito parlare di Santorini e Mykonos, per fare un esempio). Chi li soccorre è preoccupato per le conseguenze che l'aumento delle temperature potrebbe avere su questi uccelli. 

Negli ultimi trent'anni, le temperature medie in Grecia sono aumentate di 1,5 gradi e l'estate del 2024 è stata la più calda registrata finora. Fournaris e la sua rete di soccorritori sparsi nelle isole greche sono profondamente preoccupati per il cambiamento climatico. “Il caldo è così estremo che ho la sensazione che gli alberi stiano cercando di suicidarsi”, dice, indicando il grosso albero che si erge di fronte alle voliere, che Fournaris è stato costretto a iniziare ad annaffiare. “Sembra che vogliano salire più in alto per trovare un po' di fresco”.

Gli uccelli sono considerati "il canarino nella miniera di carbone”, o meglio il campanello d’allarme da osservare per capire cosa sta succedendo a livello climatico. I cambiamenti nei loro modelli migratori e riproduttivi sono tra i primi indicatori delle conseguenze dell’aumento della temperatura.

Per Fournaris, il crescente numero di grifoni feriti che arrivano al suo rifugio è “l'esempio più emblematico di come iniziano i disastri”, afferma.
Un grifone in cura presso il rifugio per animali selvatici dell'Egeo (per gentile concessione di Marios Fournaris)

Gli ornitologi sottolineano quanto ogni tipo di uccello abbia esigenze specifiche e, sebbene vi sia ancora incertezza sugli impatti specifici dei cambiamenti climatici sulle rotte e sui comportamenti degli uccelli migratori, Fournaris teme che l'intensificarsi delle ondate di calore e la conseguente scarsità di cibo e acqua rappresentino una crescente minaccia. “Temo che questo problema diventerà una costante”, afferma.

Certo la sopravvivenza degli uccelli non è messa a repentaglio solo dall'aumento delle temperature; anche altre attività antropiche minacciano la loro vita nelle Cicladi. Negli ultimi anni, ad esempio, sforzi significativi sono stati compiuti in Grecia per proteggere i grifoni dalle esche avvelenate utilizzate dagli agricoltori per contenere la fauna selvatica ritenuta dannosa.                          

Tuttavia, dal 2015, Fournaris ha notato un aumento nel numero di grifoni feriti provenienti da Creta, l'isola con la più grande popolazione di grifoni della Grecia. “Abbiamo sempre curato giovani grifoni in difficoltà”, racconta. Al momento si sta prendendo cura di sette grifoni adulti, mentre altri sei sono in convalescenza sulla vicina isola di Naxos, dai colleghi Giannis e Sophia Orfanos, alcuni dei quali sono stati da poco rimessi in libertà.

A Paros l'attivista Nicholas Stefanou ritiene che un turismo incentrato sulla protezione della fauna selvatica dell'isola, come i tour per la salvaguardia delle tartarughe marine, potrebbe contribuire a richiamare l'attenzione sul problema.

Apostolis Kalstis della Società ornitologica greca consiglia tuttavia una certa cautela nel trarre conclusioni affrettate su come il cambiamento climatico stia influenzando le singole specie perché i suoi effetti non sono uguali per tutti e, secondo lui, i grifoni sono piuttosto resistenti alla siccità. “L'aumento nel numero di grifoni sfiniti potrebbe essere collegato alla persistente ondata di calore dello scorso luglio [2024], periodo dell'anno in cui i grifoni di un anno compiono i loro primi voli”, afferma. “Il cambiamento climatico probabilmente renderà queste ondate di calore di lunga durata più frequenti”, aggiunge.

Fournaris tiene i grifoni in una grande voliera nella parte posteriore di Alkyoni che in totale occupa circa due ettari. Mentre ci avviciniamo al loro recinto, mi avverte di non camminare di fronte agli uccelli perché il movimento potrebbe innervosirli. I grifoni sono enormi, con un'apertura alare che va dai due ai tre metri, e hanno un caratteristico ciuffo di piume attorno al collo.

Un grifone che sta per prendere il volo (per gentile concessione di Marios Fournaris)

Ma i grifoni non sono l'unica specie che preoccupa Fournaris. Mi mostra un avvoltoio monaco che gli è stato mandato dalla regione dell’Evros, al confine con la Turchia. Gli avvoltoi monaci sono i più grandi rapaci d'Europa e una delle specie più minacciate del continente. Fournaris mi racconta: “Due anni fa abbiamo avuto un enorme incendio boschivo ed è stato un disastro per loro: non sono rimasti ustionati perché sono volati via, ma le loro aree di nidificazione sono state distrutte”. L'incendio del 2023 nella foresta di Dadia, nell’Evros, è stato catastrofico per la biodiversità, come dimostra il caso dell'avvoltoio monaco. L'anno successivo, nel 2024, la Grecia ha registrato il 7,5 per cento di incendi boschivi in ​​più rispetto alla media annuale dei vent'anni precedenti, incendi che sono diventati sempre più difficili da controllare.

Gli sforzi di soccorritori di uccelli devoti come Fournaris sono finanziati da donazioni e sovvenzioni che provengono da diverse istituzioni. Lui e i suoi colleghi a Creta e a Naxos non si fermano davanti a niente pur di proteggere gli uccelli in questa zona della Grecia, dalle aquile rare ai gabbiani reali. A Naxos, una popolazione di grifoni vive in salute sotto l'attento monitoraggio della famiglia Orfanos, che registra il loro comportamento da lontano usando teleobiettivi per non disturbarli. Ma Fournaris lamenta quanto sia diventata difficile la vita per gli uccelli che fanno della Grecia meridionale, così popolare tra i turisti, la loro casa o una tappa vitale del loro lungo viaggio migratorio.

“Stiamo costruendo ovunque per ospitare turisti”, dice Fournaris. “Non c'è più posto per la natura”.

A Fournaris piace viaggiare e non ha nulla contro le persone che visitano Paros, ma teme che un certo tipo di turismo, quello incentrato sull'edonismo, crei pericoli per la popolazione di uccelli. “Gli uccelli sono in guerra permanente con noi”, mi dice. “Facciamo di tutto per ucciderli. Usiamo fili elettrici, auto che vanno velocissime, prosciughiamo i campi, mettiamo veleno nei campi... devono essere intelligenti per sopravvivere”.

Mentre finisco il tè, Fournaris finisce di dare da mangiare agli uccelli feriti. Che siano gufi ciechi o fenicotteri rosa, li cura con la dedizione di un padre devoto. Mi racconta, mentre torniamo in moto in città, che alcuni uccelli feriti sembrano quasi arrivare spontaneamente in cerca di cure, come una poiana che era stata colpita alla testa dai cacciatori. Fournaris ha salvato la poiana, come ha fatto con migliaia di altri uccelli. Quest'uomo, con la sua rete di colleghi soccorritori, è in prima linea a proteggere gli uccelli migratori dai cambiamenti climatici e non solo.

Nell'immagine di apertura, fenicotteri rosa ad Alkyoni (per gentile concessione di Marios Fournaris)


Nota di redazione: questo articolo fa parte della serie “Mediterraneo sotto assedio” e offre un'anteprima della rivista che abbiamo in mente. La serie è stata prodotta nell'ambito della prima edizione della Scuola magmatica di giornalismo ambientale.

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