- di Vittoria Torsello, Sarah Collins ed Eliza Amouret
- Questo articolo è stato pubblicato in collaborazione con il Guardian.
LECCE, Italia, ATENE, Grecia, e MARSIGLIA, Francia - Nei mesi estivi sulle spiagge pugliesi la battaglia inizia prima dell'alba. Armati di trattori, i gestori degli stabilimenti balneari spianano ogni imperfezione, trascinando e setacciando la sabbia per eliminare tutto ciò che è abbastanza grande da essere considerato rifiuto. Al sorgere del sole, i turisti si riversano sul litorale, spesso ignari di ciò che si nasconde sotto i loro piedi.
A meno di un metro sotto la superficie, alcune uova di Caretta caretta aspettano di schiudersi. Per le tartarughe marine, infatti, la spiaggia non è un luogo da favola, ma un habitat.
I macchinari per la pulizia della sabbia hanno trasformato le spiagge da ambienti naturali a sfondi per servizi fotografici con un impatto enorme sulla popolazione di tartarughe. Con la progressiva occupazione dei lidi da parte dei privati lo spazio vitale per le tartarughe si riduce, afferma Salvatore Urso, naturalista e cofondatore dell’associazione Caretta Calabria Conservation, che dal 2005 monitora e protegge i nidi di tartaruga. “Non c'è ancora molta sensibilità per poter convivere con questa specie”.
I trattori non solo schiacciano o danneggiano le uova: la loro sola presenza può spaventare le tartarughe femmine, tanto da dissuaderle dal nidificare.
Con l'aumento del turismo nella regione, i nidi sono protetti da una manciata di esperti e volontari dediti alla causa. Piero Carlino è direttore del Centro di recupero delle tartarughe marine di Calimera, dove il personale dedica le estati a monitorare, mettere in sicurezza i nidi e fornire supporto durante la schiusa delle uova. Oltre a sorvegliare le spiagge a piedi e con i droni per individuare i nidi, una volta identificati, i volontari li recintano per proteggerli. Poi, durante la schiusa, aiutano le tartarughe a raggiungere il mare.
Soprattutto all’inizio, le persone lo guardavano come un pazzo, racconta Carlino. Sembravano quasi pensare ‘ma chi te l’ha fatto fare’.

Il conflitto tra le macchine che puliscono le spiagge e le tartarughe è solo uno dei tanti scontri tra la fauna selvatica e i turisti in cerca di scatti perfetti, che secondo scienziati e attivisti si verificano lungo il bacino del Mediterraneo con l'avvicinarsi della stagione estiva.
In tutta l'Europa meridionale, turisti spinti dai contenuti che trovano su Instagram e TikTok si riversano sempre più in aree remote, costituendo una minaccia per gli ambienti naturali e la biodiversità. I visitatori della regione rappresentano circa un terzo di tutti i turisti mondiali, ovvero circa 330 milioni di persone nel 2024, e si prevede che raggiungeranno i 500 milioni entro il 2030.
Secondo un sondaggio dell'agenzia di viaggi online eDreams, l'Instagrammabilità rappresenta un criterio sempre più importante nella scelta delle vacanze: il 59 per cento dei francesi tra i 25 e i 34 anni ha dichiarato di aver scelto la destinazione delle proprie vacanze per questo motivo. Il rapporto “2023 Experiences Traveler”, che si basa sulle risposte di 4mila viaggiatori provenienti da Europa e Stati Uniti, ha concluso che Instagram è la piattaforma più influente per i turisti nella pianificazione di attività e viaggi.


Oltre a essere mete turistiche gettonate durante la stagione estiva, le isole greche di Paros e Naxos, nelle Cicladi, sono tappe vitali per milioni di uccelli migratori (Sarah Collins).
Sull'isola greca di Naxos, nelle Cicladi, l'attivista Eleni Andrianopulu racconta le sue preoccupazioni davanti a un caffè. Le aspettative dei turisti, sostiene, vengono plasmate in base a un nuovo standard: la spiaggia, la villa e la vista vengono spesso curate alla perfezione con lo scopo di essere immortalate a scapito di ecosistemi e popolazioni locali.
“Noi, le persone e il luogo, siamo solo una decorazione”, afferma Andrianopulu.
In alcune zone, le preoccupazioni per l’ambiente si mescolano a una rabbia generalizzata verso le conseguenze sociali dell’overtourism, nei cui confronti stanno nascendo movimenti di opposizione. A Naxos e nella vicina Paros, nel 2023, Andrianopulu e Nicolas Stephanou hanno partecipato al movimento internazionale denominato “la rivolta degli asciugamani” per protestare contro la privatizzazione delle spiagge. Paros e Naxos sono alcune delle isole più aride della Grecia e la loro unicità culturale deriva proprio da uno stile di vita “minimalista” che si basa sulla scarsità, afferma Stephanou. La costruzione eccessiva di moderni complessi alberghieri “contrasta totalmente con l'identità delle Cicladi”.
Un eccesso di costruzioni può comportare il prosciugamento delle zone umide e una maggiore pavimentazione del suolo. Ciò incide sulla disponibilità di acqua dolce per i 185 milioni di uccelli migratori per i quali le Cicladi sono una tappa di vitale importanza. Secondo il Wwf, nel bacino del Mediterraneo le specie dipendenti dalle zone umide hanno visto un declino dell'81 per cento negli ultimi 50 anni.
In tutto il Mediterraneo, governi locali e nazionali stanno lottando contro gli effetti ecologici e sociali dell’overtourism. Alcuni, come le isole Ciés al largo della Galizia, hanno limitato il numero di turisti. Altri hanno introdotto tariffe, come a Venezia, dove i turisti devono pagare da 5 a 10 euro per entrare in città, o “zone per visitatori" e specifiche fasce orarie per tenerne sotto controllo i numeri. Altrove, le autorità stanno sperimentando campagne sui social media per ridimensionare le aspettative dei turisti su ciò che possono fare e fotografare.

Il Parco nazionale dei Calanchi, nel sud-est della Francia, è famoso per le acque azzurre, in cui i visitatori si tuffano dalle rive rocciose. La vista migliore si ha in cima a queste scogliere. Così, per meglio immortalare il panorama, alcuni visitatori senza scrupoli abbandonano i sentieri o parcheggiano l'auto sulle rocce, calpestando l'astragalo, una pianta endemica che rischia l’estinzione.
Il parco riceve tre milioni di visitatori all'anno e l'elevato afflusso di persone ha causato danni ai sentieri che si snodano tra le insenature: le rocce sono state levigate dalle suole di innumerevoli scarpe e il suolo eroso ha esposto le radici dei pini mediterranei. In risposta, le autorità hanno lanciato una campagna di “demarketing” su Instagram. Piuttosto che immagini allettanti del parco, la pagina Instagram dell'ente adesso mostra immagini di volontari intenti a pulire e istruzioni su come comportarsi. “Vogliamo mostrare la fragilità del parco”, afferma Zacharie Bruyas, direttore della comunicazione dell’ente.
Nel 2022, le autorità hanno deciso di limitare in parte l'accesso ad alcune insenature a 400 visitatori al giorno. I primi risultati delle restrizioni sembrano promettenti, secondo Bruyas. “Ci sono alcune piantine che stanno ricrescendo”, dice. Poi però aggiunge: “Restiamo cauti, la natura ha bisogno di tempo”. Hervé Menchon, assessore comunale al mare, al litorale, alla biodiversità a Marsiglia, afferma che le restrizioni continueranno per altri cinque anni: “Così non saremo costretti a trasformarlo in un santuario”.
Col tempo, l'approccio ai social media del Parco nazionale dei Calanchi potrebbe diffondersi in tutto il Mediterraneo, con immagini di acque azzurre sostituite da scatti meno glamour di volontari che raccolgono rifiuti.
Abbiamo il dovere di proteggere questo patrimonio naturale, afferma Menchon. “Le prossime generazioni non saranno turisti!”
Alcuni gestori di stabilimenti balneari, come Damiano Reale, amministratore delegato di un resort a Marina di Ugento, sulla costa ionica, stanno adottando misure per proteggere i nidi di tartaruga marina lungo i loro tratti di costa. Ogni mattina, Reale e il suo team controllano se sono state deposte uova, evitano l'uso di trattori e luci che di notte potrebbero disorientare le tartarughe. Se vengono trovati nidi, li recintano e li monitorano 24 ore su 24 fino al momento della schiusa.
“È importante far capire a turisti, politici e ricercatori che un equilibrio intelligente tra l'uso commerciale e l'apprezzamento di una spiaggia - sia della sua storia che dei suoi eventi naturali - è assolutamente possibile”, afferma Reale.
La dirigente della sezione demanio e patrimonio della Puglia, Costanza Moreo, che ha dichiarato in un comunicato che la Regione è impegnata a proteggere la nidificazione delle tartarughe marine Caretta caretta, ha emesso un'ordinanza in cui si vieta “di svolgere attività che possano pregiudicare la nidificazione e schiusa delle uova delle specie protette” e che dispone che la pulizia delle spiagge deve essere fatta in modo da non disturbare i nidi.
Tuttavia, gli scienziati affermano che queste disposizioni vengono applicate solo ai nidi conosciuti, lasciando che nidi e zone di riproduzione nascoste vengano danneggiate.
In Grecia, Andrianopulu afferma di aver condotto una campagna di successo per vietare l'uso di veicoli per la pulizia delle spiagge quest'anno. “È un grande successo che le macchine che sono state lì per anni a spianare la spiaggia non lavoreranno quest'anno... la mia unica preoccupazione è che i progressi che stiamo facendo siano troppo lenti rispetto alla distruzione massiccia e rapida [cui stiamo assistendo]”.
Nella foto di apertura, uno scorcio del parco dei Calanchi di Marsiglia (Cri.84 via flickr)
Nota di redazione: questo articolo fa parte della serie “Mediterraneo sotto assedio” e offre un'anteprima della rivista che abbiamo in mente. La serie è stata prodotta nell'ambito della prima edizione della Scuola magmatica di giornalismo ambientale.