Questo mese scopriamo un tipo di alga esotica che sta proliferando nel Mediterraneo occidentale e che potresti avere visto in vacanza. Guardando agli incendi che stanno divampando sulle sponde del Mediterraneo riflettiamo su come stia cambiando lo stereotipo della vacanza ideale. Ci spostiamo poi in Siria per capire come mai il carbone per la shisha sia diventato un’importante moneta di scambio. Ma non solo: in quest’edizione ci occupiamo anche di orsi bruni nei Balcani e ladri di olive in Grecia, oltre alle nuove rotte delle navi da crociera nell’Adriatico. Come sempre, buona lettura.
Nel mentre, un breve annuncio: stiamo per lanciare la nuova call for application del nostro programma di giornalismo ambientale. Presto troverai tutte le informazioni sul nostro sito. Segnaliamo inoltre un altro bando con scadenza 31 agosto: la fellowship per giornalisti della Amwaj Alliance.

Un bacino in fiamme. Siamo nel pieno della stagione degli incendi e bollettini preoccupanti arrivano da diversi paesi. In Francia, a inizio luglio, un vasto rogo ha minacciato la città di Marsiglia, causando la temporanea chiusura dell’aeroporto. A Cipro, 120 chilometri quadrati sono andati in cenere sulle montagne a nord di Limassol. Velivoli provenienti da Giordania, Israele, Libano e Spagna sono accorsi per aiutare a spegnere le fiamme. In Turchia, gli incendi hanno devastato le province di Izmir e Bilecik e costretto migliaia di persone a lasciare le proprie case. Anche diversi paesi dei Balcani stanno combattendo le fiamme. Inoltre, nelle ore in cui stiamo scrivendo questo numero di Lapilli, ancora una volta la Grecia, complici le temperature superiori ai 40 gradi e i forti venti, sta vivendo un numero elevato di focolai su tutto il territorio nazionale. Undici regioni sono a rischio molto elevato di incendi. Diverse località sull'isola di Kythera sono state evacuate; mentre mezzi aerei sono stati inviati da Unione europea, Italia e Repubblica Ceca per aiutare le autorità greche, impegnate anche sull’isola di Evia, già devastata nel 2021, a Creta e nel Peloponneso, a spegnere le fiamme.
Nemmeno la costa siriana è stata risparmiata dagli incendi, un banco di prova per il nuovo governo post-Bashar Al Assad, alle prese per la prima volta con una catastrofe naturale. La flora mediterranea della Latakia, vicino al confine con la Turchia, è andata a fuoco il due luglio scorso e ha visto bruciare più di 14mila ettari. A porre ulteriori rischi per i vigili del fuoco impegnati nelle operazioni di spegnimento ci sono mine e ordigni bellici rimasti inesplosi nel corso dei conflitti che hanno interessato la Siria negli ultimi anni. Secondo le stime delle Nazioni unite, ci sarebbero infatti circa 300mila mine inesplose sparse su tutto il paese. Esplosivi che possono innescarsi durante gli incendi a causa delle alte temperature (Al Jazeera).
Non solo pesci alieni. Un’alga originaria del sud-est asiatico sta proliferando nel Mediterraneo occidentale e sulle coste atlantiche, a scapito delle comunità costiere. Da maggio, nell'iconica spiaggia di Cadice, La Caleta, nel sud-ovest della Spagna, 1200 tonnellate di Rugulopteryx okamurae sono state raccolte per essere smaltite. L’alga è stata identificata circa 10 anni fa sulle coste dell'enclave di Ceuta e nell'arco di un decennio si è diffusa in tutta la costa sud della Spagna, le isole Canarie e Azzorre, fino al golfo di Biscaglia, lungo le coste francesi. Come per altre specie invasive, l’ipotesi principale è che sia arrivata attraverso le acque di zavorra delle grandi navi mercantili provenienti dall’Asia. Queste acque portano con sé un grande numero di piccoli organismi che se trovano un ambiente idoneo - vedi un mar Mediterraneo più caldo che in passato - possono diffondersi. Per il momento, la legislazione spagnola non permette la trasformazione di queste alghe in prodotti commerciali e obbliga invece che siano portate in discarica. Ma data la gravità della situazione, il governo dell’Andalusia ha già avviato un piano emergenziale per evitare l’accumulo delle alghe sulle spiagge in questo periodo affollate di turisti (The Guardian).

Aumentano le crociere nel mare Adriatico. Da un paio d’anni Venezia è riuscita in qualche modo a limitare (in parte) l’approdo delle grandi crociere nella sua fragile laguna. Ma le navi e i porti pronti ad accoglierle non mancano. Anzi, sono in aumento. Il porto di Bar, in Montenegro, e quello di Saranda, in Albania, hanno visto un aumento dei passeggeri di oltre il 200 per cento rispetto all’anno scorso. Sempre in Albania, a Durazzo, tra il 2023 e il 2024, le navi da crociera sono triplicate. Sulla sponda opposta, invece, è Ravenna ad avere spinto per accogliere più croceristi, investendo milioni di euro per allargare l’area portuale e poter ricevere fin da subito 400mila passeggeri ogni anno. Croce e delizia delle crociere, nell’articolo di Marta Abbà su Osservatorio Balcani e Caucaso.

L’immagine del paradiso. Come ogni anno, milioni di umani si accalcano sulle coste mediterranee, ma un numero crescente di persone sembra chiedersi se l’idea idilliaca delle vacanze su una spiaggia del Mediterraneo in estate non stia lentamente scomparendo. Secondo il corrispondente del New York Times, Jason Horowitz, la combinazione di temperature insopportabili, un turismo sempre più insostenibile ed eventi estremi - come incendi e alluvioni - sta trasformando quella che era una destinazione a lungo desiderata in una regione dalla quale fuggire. A qualcuno sembrerà un’esagerazione, ma per chi è più sensibile alle alte temperature e all’ansia climatica e/o sociale, l’idea delle vacanze estive si sta proiettando verso altre latitudini, meno battute e con un clima più gradevole.
Orsi irrequieti. Nelle montagne del Kosovo e del Montenegro gli orsi bruni non vanno più in letargo. Con temperature invernali più miti e meno zone innevate, questi grandi mammiferi stanno diventando attivi durante tutto l’anno. Non trovando frutti a disposizione in inverno, si avvicinano ai centri abitati attratti dall’immondizia e da altre fonti di cibo. La popolazione di circa 400 esemplari è rimasta stabile negli ultimi 10 anni, ma gli apicoltori sono preoccupati per la loro attività economica e la sicurezza personale. Infatti, gli orsi attaccano spesso le colonie di api, distruggendo le arnie e allarmando i cani dei residenti che si accorgono del loro arrivo nel cuore della notte, anche se i casi di aggressioni nei confronti degli esseri umani rimangono estremamente rari (Balkan Insight).
Il prezioso carbone della shisha. Conosciuto come narghilè, hookah o shisha, la pipa d’acqua è un’icona del passatempo in tutto il Medio Oriente. Il carbone usato deve avere una qualità specifica, durare a lungo e rilasciare poco fumo. Per questo si usa spesso il legno di quercia per produrlo. Nelle montagne della Siria, tra i villaggi di Hama, la crisi economica portata dalla guerra civile e il cambiamento di regime ha generato molti disoccupati, portando sempre più persone a dedicarsi alla produzione di carbone, che avviene usando forni tradizionalmente conosciuti come mashahir. Molti di questi forni operano però in modo illegale, non rispettando i requisiti legislativi come la distanza di sicurezza dai boschi. Questo commercio, connesso ad altre dinamiche dovute alla guerra civile, ha contribuito alla perdita di un terzo delle foreste siriane tra il 2011 e il 2023, secondo un’inchiesta di Daraj che dà voce ai carbonari e analizza la catena di approvvigionamento del carbone da shisha siriano.
Ladri di olive. Nel 2024 il prezzo dell’olio d’oliva nell’Unione europea è arrivato a essere il 50 per cento in più che in passato. La ragione principale è legata alla siccità che nel 2023 ha colpito soprattutto Spagna e Italia, principali produttori di olio, dove il rendimento delle olive è stato molto scarso. In Grecia, nella regione del Peloponneso conosciuta per le olive di Kalamata, l’alto valore di questo frutto ha attirato persino bande di ladri intenzionati a impossessarsi dei sacchi del raccolto altrui. Il rincaro dei prezzi del cibo a causa dei cambiamenti climatici è una tendenza ormai globale e, secondo uno studio recentemente pubblicato da vari centri di ricerca scientifici in Europa, l’aumento dei prezzi dei beni essenziali avrà conseguenze sociali, oltre che economiche, molto importanti nei prossimi decenni, anche nello scenario in cui le emissioni di CO2 dovessero essere azzerate.

Un giugno anomalo. Se consideriamo solo l'Europa occidentale, giugno 2025 è stato il più caldo mai registrato da quando si hanno dati, complici le ondate di calore che hanno interessato soprattutto penisola iberica, Francia e parte dell'Italia. Ma perché l’Europa è soggetta a così tante ondate di calore? Un articolo di Al Jazeera, ricco di grafici e mappe, cerca di spiegare le dinamiche dietro a questi eventi estremi. Secondo uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell'Imperial College di Londra e della London School of Hygiene and Tropical Medicine, le tre città con la più alta mortalità legata al caldo sono state Milano, Barcellona e Parigi.


Caldo e disuguaglianze. Il tipo di lavoro, il quartiere e il paese in cui viviamo sono fattori che determinano il nostro livello di vulnerabilità alle ondate di calore estive. Un video di Arte Weekly analizza come il caldo estivo estremo faccia emergere le disuguaglianze sociali che ci circondano.


DAVIDE MANCINI
Giornalista freelance, si occupa di ambiente. Ha pubblicato diverse inchieste per media internazionali su argomenti come incendi forestali, pesca illegale e inquinamento del mare. Scrive, fotografa e filma i cambiamenti in atto nell’area del Mediterraneo. Qui trovi i suoi articoli.Grazie per aver letto fino a qui. Ci vediamo a settembre, o prima con Lapilli+.
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