In questo numero di Lapilli ci concentriamo su alcune iniziative che, pur avendo delle ricadute positive sull’ambiente, comportano anche degli impatti negativi o procedono in modo poco trasparente: dalle miniere di litio all’energia solare, passando per i filtri per contenere le emissioni nocive delle navi. Parleremo anche delle prime ondate di calore, di un ghiacciaio svizzero che è crollato ricoprendo di terra e fango il paese sottostante e della frutta di stagione che scarseggia. Per poi finire con una nota positiva dalla Grecia, dove un gruppo di sommozzatori sta ripulendo i fondali del mare. E, come sempre, molto altro ancora. Buona lettura!

Ghiacciai che crollano. A fine maggio, il ghiacciaio del Birch, in Svizzera, è crollato improvvisamente, distruggendo quasi del tutto il sottostante villaggio di Blatten. Il paese, che contava 300 abitanti, era stato evacuato preventivamente visti i primi segnali di cedimento e per fortuna non si registrano morti ufficiali, anche se manca una persona all'appello. A causa delle temperature sempre più elevate, i ghiacciai alpini sono maggiormente instabili e anche il permafrost, che agisce come una sorta di collante tenendo insieme le pareti rocciose in alta quota, riesce sempre meno a tenere insieme i versanti di roccia. La Bbc ha pubblicato un lungo pezzo, corredato di immagini e mappe, per spiegare esattamente che cosa sia successo (Bbc; Bbc). Qui invece trovi un video del crollo.

Prime ondate di calore. Portogallo, Spagna e sud della Francia hanno vissuto la prima ondata di calore significativa dell’anno. In Portogallo, ad Amareleja si sono toccati i 39,5 gradi, una delle temperature più alte mai osservate a maggio (The Guardian). La Spagna continentale ha registrato la giornata di maggio più calda da quando si hanno dati, con una media complessiva di 24 gradi. Temperature particolarmente elevate per questa stagione sono state rilevate anche in Marocco.
Un mese di eventi intensi e improvvisi. Per il resto, il mese di maggio è stato caratterizzato da una serie di eventi intensi in termini di precipitazioni improvvise. In particolare, a inizio mese forti piogge hanno temporaneamente formato cascate e rivoli di acqua all'interno del sito archeologico di Petra, in Giordania. Stromboli è stata di nuovo colpita da precipitazioni che hanno creato notevoli disagi. Dopo l’incendio doloso di qualche anno fa che ha bruciato gran parte della vegetazione sui pendii del vulcano dell’isola, ogni volta che piove in modo intenso e improvviso, le strade dell’isola si trasformano in fiumi di fango. Già qualche Lapilli fa avevamo segnalato uno sforzo di riforestazione dal basso, iniziato nel dicembre del 2024, ma ci vorrà ancora del tempo per completare il lavoro e mitigare situazioni di questo tipo. Infine, un ciclone si è abbattuto nel sud della Francia, dove forti grandinate hanno causato la morte di tre persone. Il ciclone si è poi spostato a est, verso l'Italia e in particolare nel ponente ligure dove in poche ore sono cadute grandi quantità di pioggia, fenomeno insolito per questo periodo dell’anno, causando allagamenti e smottamenti. I meteorologi indicano nelle temperature del mare sempre più alte la causa di questi fenomeni così concentrati e intensi.
Frutta di stagione in difficoltà. A causa delle precipitazioni irregolari e degli sbalzi di temperatura, alcuni frutti tipici di questa stagione scarseggiano e hanno raggiunto prezzi molto elevati. È il caso delle ciliegie, che al mercato di Milano hanno raggiunto i 23 euro al chilo per via delle gelate di marzo e aprile, che in alcune zone della Puglia hanno ridotto il raccolto del 70 o in alcuni casi anche del 100 per cento.
Problema simile per le albicocche, frutto dalla lunga storia, che già a fine aprile scarseggiava sui banchi dei mercati. Il frutto viene coltivato in diversi paesi del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia passando per l’Italia e la Grecia. A creare danni sono state le gelate e le grandinate di aprile. In Turchia, in particolare, per via del gelo, il raccolto si è ridotto del 90 per cento. A causa del cambiamento climatico, che in generale sta rendendo gli inverni mediterranei sempre più miti, le piante fioriscono prima e quando poi arriva la gelata improvvisa, i frutti e i fiori ne risentono (ilPost).

Colture che cambiano. E a proposito di come il cambiamento climatico stia avendo ripercussioni sui cicli di produzione del cibo, segnaliamo un articolo che arriva dalla Sicilia. In questa regione, estati sempre più lunghe, inverni sempre più caldi, precipitazioni irregolari ed eventi estremi stanno avendo un impatto sulle coltivazioni tipiche dell’isola. Arance e cereali risentono della mancanza di acqua; mentre le olive di Castelvetrano vengono aggredite dalle mosche che riescono a sopravvivere a inverni sempre più miti. Al contempo, aumentano le coltivazioni adatte a climi più tropicali, come avocado e caffè. L’articolo è uscito su Agrikola, una nuova sezione de Linkiesta Gastronimika, che offre uno spaccato di come viene prodotto il cibo a largo consumo in Italia, sfatando stereotipi e miti. A tal proposito, l’edizione di giugno di Lapilli+ ospiterà un’intervista all'ideatore di Agrikola, nonché collaboratore de Linkiesta, Alessio Cannata, che ci racconterà come è nato il progetto e come sta cambiando l’agricoltura in Italia. Se hai domande per Alessio Cannata, scrivici rispondendo a questa email. Includeremo le sue risposte nella newsletter del 20 giugno.
Dietro allo scatto perfetto. Un articolo, frutto del lavoro di un gruppo di partecipanti alla scuola magmatica di giornalismo ambientale, racconta di come la ricerca dello scatto da condividere sui social possa mettere a rischio gli ecosistemi costieri. Sempre più spesso alcuni dei 250 milioni di turisti che ogni estate si riversano sulle coste del Mediterraneo vanno alla ricerca della spiaggia o del punto panoramico da postare sui social. Questo fenomeno ha già creato danni nel Parco dei calanchi vicino a Marsiglia, dove i turisti avventurandosi sulle scogliere a picco sul mare calpestano piante rare, o in alcune spiagge tra Italia e Grecia, dove i gestori locali arano con mezzi meccanici le spiagge per renderle più belle, col rischio di danneggiare i nidi delle tartarughe marine che ci depongono le uova (The Guardian).
Per affrontare il problema, sia il Parco dei calanchi, che recentemente le isole Baleari, hanno deciso di smettere di invitare gli influencer per promuovere i loro territori visti gli effetti dannosi di queste campagne di promozione.

Una transizione poco trasparente. Un ulteriore lavoro realizzato da alcuni partecipanti alla scuola di Magma riguarda un tema di tutt’altra natura. In questo caso ci spostiamo in Spagna, dove alcune comunità locali fondate sull’agricoltura stanno per essere stravolte dalla transizione energetica. L’Unione europea ha deciso di investire sull'estrazione di minerali critici come il litio all’interno dei propri confini, per non dipendere dalle importazioni da paesi terzi. Il sottosuolo di alcune zone della Spagna è ricco dei minerali necessari per la transizione energetica, che prevede un maggiore ricorso all'elettricità nei trasporti e a fonti rinnovabili come il solare, ma l’apertura di miniere e di impianti di lavorazione potrebbe radicalmente alterare il paesaggio e l’economia locale basata su agricoltura e turismo. Molti residenti locali lamentano soprattutto una mancanza di comunicazione sui possibili impatti e gli eventuali benefici (Climate Home News).
In un mondo sovraccarico di informazioni e reazioni istantanee, vogliamo riprenderci spazi e tempi che ci permettano di pensare ad altre velocità. Il numero pilota del nostro magazine cartaceo invita a una riflessione più profonda — sul clima, la giustizia ambientale e il futuro del Mediterraneo. La prima pubblicazione cartacea di Magma Magazine esplora le distorsioni della transizione energetica, le disuguaglianze ambientali e il consumo degli habitat naturali, a partire proprio dagli articoli realizzati dai partecipanti alla scuola magmatica di giornalismo ambientale.
È un oggetto tangibile nato da mesi di lavoro giornalistico collaborativo, mentoring e cura - grazie al supporto di Journalismfund Europe - e ci farebbe piacere condividerlo con te.
Prenota ora la tua copia, contribuendo a coprire i costi di stampa e spedizione. Unisciti a noi nella costruzione di una comunità mediterranea oltre i confini.

Una transizione poco trasparente (due). Sempre rimanendo sul tema della poca trasparenza nella gestione della transizione energetica, proponiamo una lunga inchiesta che si snoda tra Italia e Spagna. Grazie a una sovvenzione di Journalismfund Europe, gli autori hanno ricostruito le pratiche poco trasparenti con cui vengono approvati gli impianti fotovoltaici a scapito dei terreni agricoli. A rimetterci sono le comunità locali che spesso non vengono consultate e rimangono all’oscuro fino a quando non arrivano le ruspe. La prima parte dell’inchiesta si concentra su un progetto della Shell in Catalogna (Público).
Inquinare meno l’aria, inquinando il mare. Una recente inchiesta pubblicata in Italia su IrpiMedia fa luce su una pratica che in teoria dovrebbe aiutare a ridurre l’inquinamento atmosferico, ma che in realtà finisce per inquinare il mare. Si tratta dell’utilizzo degli air scrubbers, filtri che con l’acqua di mare catturano gli elementi più inquinanti dei gas di scarico delle navi, come metalli pesanti e zolfo. Le acque derivanti dal loro processo di pulizia vengono però scaricate direttamente in mare con conseguenze ambientali molto gravi. L’inquinamento atmosferico generato dalle navi è un problema soprattutto per la salute delle persone che abitano vicino ai porti e sono anni che si discute su come ridurlo. L’inchiesta esplora come si è arrivati a questo paradosso e indica i punti del Mediterraneo che mostrano elevati livelli di inquinamento da scrubber, le navi che inquinano di più, chi sono gli attori coinvolti e cosa si potrebbe fare per risolvere il problema.

Ripulire i fondali. Ti lasciamo con una storia positiva che arriva dall'isola greca di Alonissos, nota anche per ospitare l’area marina protetta più grande d’Europa. Ogni anno sui fondali del Mediterraneo vengono riversate decine di migliaia di tonnellate di rifiuti. Ad Alonissos un gruppo di sommozzatori volontari sta recuperando copertoni, bottiglie di plastica e quant’altro dai fondali dell’isola e sensibilizzando residenti e turisti al rispetto dell’ambiente marino (Reuters).

L’eruzione dell'Etna. Infine, non possiamo, noi di Magma, non segnalare le spettacolari immagini in arrivo dall’Etna. Durante una recente fase eruttiva, un cratere è parzialmente collassato sollevando una nube alta almeno più di cinque chilometri (Rainews, Cnn, La Sicilia).


GUGLIELMO MATTIOLI
Producer multimediale, ha contribuito a progetti innovativi usando realtà virtuale, fotogrammetria e live video per il New York Times. In una vita passata faceva l’architetto e molte delle storie che produce oggi riguardano l’ambiente costruito. Ha collaborato con testate come The New York Times, The Guardian e National Geographic. Nato e cresciuto a Genova, vive e lavora a New York da oltre dieci anni.Grazie per aver letto fino a qui. Ci vediamo a luglio, o prima con Lapilli+.
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