Questa newsletter parla di viaggi, vacanze e dell’impatto del turismo sul clima che cambia, ma anche di come rendere l'ospitalità più sostenibile dal punto di vista umano e ambientale. Una parte di questa Lapilli+ è stata scritta su una barca a vela, uno tra i mezzi di trasporto meno inquinanti, navigando nell’arcipelago toscano a vele spiegate attorno a Capraia e l’isola d’Elba. Del valore di esplorare in barca a vela le isole del Mediterraneo ce ne parla Lucio Bellomo, navigatore e istruttore subacqueo, intervistato per l’occasione da Guia Baggi.

Come già messo in evidenza negli ultimi Lapilli, recentemente si è parlato molto (The Guardian) di come il cambiamento climatico stia influenzando i flussi turistici del Mediterraneo, tra le aree più visitate al mondo, con 400 milioni di visitatori solo nel 2019, e che potrebbero arrivare a 500 nel 2030, concentrati soprattutto in Spagna, Francia e Italia.

Le continue ondate di calore, i vasti incendi, le precipitazioni intense alternate a periodi di siccità stanno portando molte persone a ripensare i loro piani estivi (Reuters), mentre le città, quelle d’arte soprattutto, sono in ritardo nel prendere misure per rimanere vivibili anche nei mesi più caldi (The New York Times).

Ma lo stesso turismo contribuisce al cambiamento climatico.

Si stima che il comparto turistico a livello mondiale sia responsabile per circa l’8 per cento delle emissioni dei gas serra, alla radice del cambiamento climatico. La voce più grossa la occupano i mezzi di trasporto, in particolare l’aereo seguito dagli spostamenti in macchina. C’è poi tutta la filiera del turismo, dall'erogazione di beni e servizi per turisti, alle emissioni degli alberghi e alla produzione di cibo.

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