Tra il 2 e il 3 novembre un'intensa pertubazione si è abbattuta su parte della piana tra Firenze, Prato e Pistoia e altre zone della Toscana causando esondazioni, allagamenti e otto morti. Dal momento che abito a pochi chilometri di distanza dal capoluogo toscano, settimana scorsa sono andata con Michele Borzoni, fotografo del collettivo TerraProject, a vedere la situazione a Campi Bisenzio, uno dei territori più colpiti, a sette giorni dall’alluvione. Michele c’era già stato, la domenica subito dopo l'inondazione, per dare una mano. Ci siamo dati appuntamento giovedì 9 alle 9:30 al distributore vicino all’aeroporto di Peretola. Mi ero detta: sto solo qualche ora, raccolgo qualche testimonianza e vado a scrivere. Alle 15 eravamo ancora lì. Solo la nuova allerta meteo ci ha convinto che era arrivato il momento di rientrare. Le emozioni erano tante: l’entusiasmo nel vedere moltissimi giovani sporchi di fango impegnati a dare una mano, lo stupore per la voglia di ricominciare, la rabbia per tutto quello che non ha funzionato, lo sconforto per quanto è andato perso. Spero di tornare a monitorare la situazione o anche semplicemente ad aiutare (mi dicono che il grosso è stato fatto, ma per chi volesse comunque contribuire, suggerisco il profilo Instagram e il gruppo Telegram Sos Toscana). Sicuramente l’avere approfondito quanto successo nella piana tra Firenze, Prato e Pistoia mi ha offerto molti spunti da affrontare nel corso del colloquio organizzato da Magma con la fisica del clima Erika Coppola in programma per venerdì 24 novembre alle 13:30 all’Orto botanico di Firenze (questi i dettagli per partecipare). Il tema sarà quello del clima che cambia e del suo impatto sui territori.

La sera del 2 novembre Stefano Cecconi è al telefono con il figlio che da quattro anni vive con la famiglia a Campi Bisenzio. “Babbo, qua la strada si è già un po’ allagata”. Tempo di andare a cercare di mettere al riparo le auto e cambiarsi gli abiti bagnati che dalla finestra la moglie vede passare la macchina trasportata dalla corrente. In poco tempo, un metro e mezzo d’acqua riempie il piano terra dell’abitazione, usato per il cambio di stagione, qualche oggetto di valore affettivo, gli attrezzi da ginnastica e i giochi del bambino. Altri a Campi utilizzano spazi di questo tipo, così come le taverne nei seminterrati, come camere o cucine, ambienti che in molti casi si sono allagati. 

Quella notte in Toscana sono morte otto persone; una a Campi, travolta dall’acqua proprio mentre cercava di spostare la macchina.

A sinistra, cappotti stesi ad asciugare nella casa dei Cecconi. A destra, i segni dell’alluvione sul muro a piano terra dell’abitazione accanto dove vive una signora con la sua badante, 9 novembre 2023 (Michele Borzoni/TerraProject).

A sentire dell’auto trasportata dalla corrente, a Cecconi viene subito in mente un’altra alluvione, quella del 1966. All’epoca aveva nove anni e abitava in Borgo Ognissanti, a Firenze, a pochi passi dall’Arno. A differenza degli allagamenti che hanno recentemente coinvolto Campi, la zona ovest di Prato e una parte del Pistoiese, nel ‘66 piogge meno intense ma insistenti erano durate giorni.

Il garage allagato di un condominio in via delle Betulle, a Campi Bisenzio, 9 novembre 2023 (Michele Borzoni/TerraProject).

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